COSA OFFRIAMO
Consulenza legale
Il Centro Antiviolenza ha tra le sue volontarie avvocate penaliste e civiliste che incontrano la donna dopo il primo colloquio con l’operatrice.
Durante il colloquio di orientamento le avvocate presentano alle donne i loro diritti e forniscono le informazioni di base sul tipo di azione che può
essere svolta, la tempistica e i risultati attesi e prevedibili e illustrano le condizioni per chiedere l’ammissione al beneficio del patrocinio a spese dello Stato.
Le avvocate penaliste, in base al racconto fatto dalle donne, individuano quali possono essere i reati imputabili al maltrattante, in che modo è possibile presentare una denuncia valutando anche la necessità che la donna sia messa in sicurezza in attesa che venga disposta una misura cautelare nei confronti del maltrattante (l’allontanamento dalla casa familiare, ad esempio).
Il colloquio con l’avvocata penalista permette alla donna di conoscere gli aspetti procedurali della vicenda riportata.
Attraverso il colloquio di orientamento con le avvocate, la donna acquisisce la consapevolezza che quello che sta vivendo può essere denunciato perché è un reato.
Le avvocate presentano alla donna la possibilità di farlo in una situazione di sicurezza anche con il sostegno e la collaborazione, spesso necessari, delle Forze dell’Ordine.
Il colloquio con le avvocate civiliste parte da un presupposto apparentemente semplice, ma molto importante: la donna ha il diritto di chiedere la separazione (questo a prescindere da una situazione di violenza).
L’avvocata civilista illustra alla donna le differenze tra la separazione consensuale e quella giudiziale e, se la coppia non è sposata, la procedura da seguire in presenza di figli minori; rappresenta, inoltre, le richieste che possono essere formulate in sede di separazione a tutela dei propri diritti e di quelli dei figli minori e che riguardano, principalmente l’assegnazione della casa familiare, il diritto di visita del padre nei confronti dei figli e la determinazione di un assegno di mantenimento per i figli minori e, in alcuni casi, anche per la donna.
Se c’è una situazione di violenza la procedura di separazione viene attivata solo dopo che la donna (e i minori) sono stati messi in sicurezza: la collaborazione tra l’avvocata penalista, l’avvocata civilista e l’operatrice del centro e la coordinatrice della Casa Rifugio è fondamentale per
fornire alla donna tutte le risorse necessarie per affrontare in sicurezza e con consapevolezza il percorso di uscita dalla violenza.